L’uso delle mani per il trattamento della colonna vertebrale e delle articolazioni risale all’antichità: fin dai tempi della Medicina egizia, prima ancora che Ippocrate documentasse l’utilizzo del trattamento manipolativo nel suo “Trattato delle articolazioni”.
Nella Roma antica Galeno (II secolo a.c.) guarì lo storico Pausania da un grave dolore al braccio con una manipolazione mirata del rachide cervicale.
Anche la Medicina araba, erede della tradizione greca, utilizzava abitualmente, tecniche manuali come Avicenna ad esempio, per il quale sembra fosse una pratica corrente rivolta alla correzione di deformità, gibbi e curve scoliotiche.
Nel medioevo la Medicina venne esercitata per lo più dai monaci, poco inclini al contatto corporeo col malato ma indirizzati allo studio approfondito dei farmaci dell’epoca e al loro utilizzo: le tecniche manuali sopravvissero grazie agli aggiustaossa, in Francia i “rebouteur de campagne”, personaggi a metà tra lo stregone e il praticone dotati di una grande abilità palpatoria ma senza alcuna cultura medica che basavano, come oggi, il loro razionale terapeutico su concetti come il nervo accavallato o la vertebra spostata.
Ambroise Parè, che da barbiere cerusico arrivò ad essere nominato “primo chirurgo del re di Francia“, nel XVI secolo sembra praticasse manipolazioni come trattamenti complementari all’armamentario terapeutico di uno dei primi chirurghi ortopedici della storia della medicina. La tradizione pratica degli aggiustaossa sopravvisse nelle realtà rurali e forse è grazie a queste figure che non è andata perduta la cultura della medicina manuale e ortopedica, a tal punto che Medici illustri del calibro di Sir James Paget se ne interessarono fino a raccomandare ai propri allievi di impararne le tecniche e di utilizzarle: vi sono anche aggiustaossa famosi come tale M. Hutton che viene addirittura citato nel 1871 nel Lancet dal celebre ortopedico Wharton Hood. Il primo metodo ragionato e codificato di manipolazione apparve negli Stati Uniti ad opera del medico Andrew Taylor Still.
Figlio di un pastore metodista, anch’egli medico, il giovane Andrew Taylor rivelò presto un grande spirito di ricerca: i suoi interessi furono inizialmente rivolti all'ingegneria, in seguito verso la Medicina. Frequentò una scuola di Medicina a Kansas City, imparò la professione da suo padre e si iscrisse all'albo dei medici.
Durante la guerra di secessione svolse l'attività di medico militare; al ritorno dalla guerra perse tre dei suoi figli a causa di un'epidemia di meningite e un'altra figlia per una polmonite. Tutte queste esperienze lo misero di fronte all'impotenza della medicina, i cui mezzi terapeutici erano inadeguati e limitati a rimedi come salassi e purghe e lo indussero a cercare un modo diverso per curare le persone. Teniamo in debita considerazione che in America, in quel periodo, lo spiritualismo sfidava il cristianesimo tradizionale; non solo, si diffuse l’interpretazione di Herbert Spencer delle teorie darwiniane sulla selezione naturale e sull’evoluzione, in cui la società americana subì il fascino della tecnologia e delle macchine. Queste influenze positive si accompagnarono alla disillusione di Still nei confronti della medicina tradizionale.
A quarant’anni, Still aveva già perso tre figli e suo padre a causa di malattie infettive contro cui la medicina tradizionale del tempo era impotente. Approfondendo gli studi di anatomia e fisiologia riesce ad ottenere una profonda conoscenza del corpo umano e delle relazioni fra le sue varie componenti. Giunto alla conclusione che molte malattie possono essere curate senza l'utilizzo di farmaci, si convinse che la chiave sta nel trovare e correggere le “malposizioni” anatomiche che interferiscono con la circolazione sanguigna e l'attività nervosa.
Attingendo a varie fonti di ispirazione, Still giunse a vedere gli esseri umani come macchine meravigliose, create e sostenute dalle leggi di Natura e fondamentalmente capaci di raggiungere la perfezione qui sulla terra. Il 22 giugno 1874 Still fu «folgorato», così sostiene, dalla rivelazione che Dio fosse la personificazione della perfezione e che al medico fosse affidato il compito di usare la ragione e la conoscenza delle leggi della Natura come chiavi di accesso alla salute e alla malattia. Fu a quel punto che Still decise di divorziare dalla medicina tradizionale.
Grazie a una fervida immaginazione e un bagaglio di esperienze di clinica pratica, Still divenne un esperto in metafore descrittive e aforismi. Alcuni, secondo gli standard attuali, sembrano arcani e pittoreschi, molti altri sono invece acuti e incisivi, e come tali facili da ricordare. I migliori e più penetranti rimangono ancora validi un secolo dopo, e hanno costituito la base per la filosofia osteopatica come noi la conosciamo.
Nel 1892 venne fondato il primo collegio di Medicina Osteopatica, l'ASO, American School of Osteopathy, a Kirksville nel Missouri. In pochi anni si raggiunsero le 500 iscrizioni. Prima di morire Still arrivò a formare più di 5.000 osteopati D.O. La prima classe della scuola di Kirksville comprendeva 3 dei suoi figli. Oggi questo collegio si chiama Kirksville College of Osteopathic Medecine (KCOM). Il dott. A.T. Still morì a Kirksville il 12 dicembre 1917.
Negli Stati Uniti, all’inizio del ‘900 come al giorno d’oggi, i Medici Osteopati conseguivano il titolo di Dottori in Osteopatia (D.O.) e ricevevano una preparazione di ordine medico a tutti gli effetti, anche se il livello iniziale di conoscenza era molto al di sotto degli studenti che si laureavano nei Medical College.